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Marijuana identifica le infiorescenze femminili essiccate delle piante di Cannabis appartenenti preferibilmente, ma non necessariamente, al genotipo THCAS (volgarmente "canapa indiana"). In tutte le varietà di canapa sono infatti contenute, diverse sostanze psicoattive stupefacenti che rendono la pianta illegale in molti paesi, tra cui la principale è il Δ9-tetraidrocannabinolo. Le varietà coltivate appositamente per produrre marijuana vengono selezionate per avere un maggiore contenuto di queste sostanze, mentre avviene il contrario per le varietà coltivabili legalmente, per le quali un limite a questo contenuto viene fissato per legge. Il materiale vegetale o i preparati che contengono in misura apprezzabile sostanze psicoattive sono considerate "droghe leggere"
In origine il nome erta usato comunemente in Messico per indicare la pianta della canapa indiana, destinata al consumo come sostanza stupefacente. La diffusione internazionale del termine «marijuana» per designare la pianta della canapa, a prescindere dall'uso, è dovuta dagli USA durante gli anni '30 dai magnati delle neonate industrie del petrolio e della cellulosa, Lammot du Pont II e William Hearst, che scelsero di adottare un vocabolo messicano dal momento che il Messico era allora considerato negli USA una nazione ostile così da fomentare il clima di avversione per la pianta della canapa che avrebbe portato alla proibizione della stessa da parte del presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt, che il 14 giugno 1937 firmò il Marijuana Tax Act
Sono innumerevoli in Italia e all'estero i termini gergali, regionali o subregionali, che identificano la marijuana e l'hashish. essendo I metodi di assunzione alternativi a quello tradizionale prevedono ad esempio l'infusione nel latte, nel burro o in altri lipidi nei quali si possano sciogliere i cannabinoidi attivi (THC). Dalle infiorescenze si ricava anche una particolare resina lavorata la cui consistenza può variare da solida a collosa in relazione alle modalità di produzione (l'hashish).
La foglia di canapa, simbolo mediatico della marijuana, non si fuma poiché povera in principi attivi e ricca di clorofilla che inasprisce il tipico sapore dolciastro delle infiorescenze.
Ganja è il termine in lingua creolo giamaicana utilizzato per indicare la marijuana, erba ritenuta dai rastafariani indispensabile per la meditazione e la preghiera.
Negli anni trenta, l'antropologa Sula Benet ha evidenziato la possibilità che gli antichi israeliti facessero un uso sacrale della cannabis, desumendo l'informazione dai versetti della Bibbia in cui si parla di kaneh bosm La crema di hashish è usata per scopi meditativi anche dai Sadhu indiani, da molti monaci buddhisti in Nepal e, in generale, nella zona himalayana.
EFFETTI
Gli effetti indotti dall'uso di marijuana sono svariati, hanno differente intensità a seconda del soggetto, dalle circostanze psico-fisiche in cui la si assume, dalla contemporanea assunzione di alcool o altre sostanze psicoattive, dall'assuefazione del consumatore e dalla quantità di principio attivo (THC) assunta e della composizione chimica della specie presa in esame, ad esempio le specie con alti valori di CBD e moderati o bassi livelli di THC hanno effetti localizzati principalmente sul fisico, apportando analgesia e rilassamento, caratteristiche che la rendono preferibile rispetto ad altre per uso terapeutico; i principali effetti possibili sono:
- analgesia;
- sonnolenza;
- diminuzione della pressione intraoculare ed endooculare;
- attenuazione della reattività fisica e mentale;
- temporaneo abbassamento o innalzamento della pressione sanguigna;
- effetto leggermente euforizzante o sedativo;
- aumento del battito cardiaco;
- rilassamento muscolare;
- broncodilatazione;
- aumento dell'appetito, soppressione della sensazione di sazietà (comunemente detta "fame chimica");
- se assunta in ingenti quantità, nei soggetti predisposti, può provocare stati d'ansia;
- in soggetti con psicopatologie latenti, in grosse quantità, anche se è raro, può scatenare queste stesse.
Consumatori abituali riferiscono che in alcuni soggetti questi effetti tendono a scomparire o attenuarsi, probabilmente per via dell'instaurarsi di un certo grado di tolleranza specifica. Se da una parte vi è una certa azione cancerogena causata dal fumo indipendentemente dalla sostanza fumata, dall'altra molti cannabinoidi hanno proprietà antitumorali. Inoltre, l'uso di tali sostanze può provocare, nei soggetti ove siano già presenti a livello latente, effetti quali: disorientamento e forte opacità cognitiva, apatia (in caso di assunzione prolungata), euforia, maggiore sensibilità ai colori, sonnolenza.
In quei paesi nei quali è consentito l'uso medicale di questa sostanza, si cerca di proporre all'utilizzatore l'impiego di apparecchi atti a ridurre il danno da fumo, come ad esempio vaporizzatori che evitano la combustione delle infiorescenze estraendone i cannabinoidi.
Al pari di ogni altra molecola attiva, anche gli effetti collaterali dei cannabinoidi sono in stretta relazione col metabolismo e con le dosi assunte dal soggetto. Ad esempio: la nausea è uno degli effetti collaterali che si presenta con maggiore frequenza ad alti dosaggi, nonostante una delle applicazioni terapeutiche sia legata proprio alle proprietà antiemetiche di alcuni tra i princìpi attivi. Uno studio dei dottori Thomas F. Densona dell'University of Southern California e Mitchell Earleywineb dell'University of New York ha mostrato una diminuzione della depressione nei consumatori di cannabis.
L'assunzione di questi derivati può avere interazioni con farmaci. Un ulteriore e recente studio statunitense ha comunque escluso danni cardiaci dovuti ad un utilizzo anche non moderato dei principi attivi della canapa indica.
I vari effetti, possono essere condizionati in maniera influente anche da due fattori psicologici: il set (lo stato d'animo di chi consuma) e il setting (la compagnia con cui si trova ed il luogo dove si trova il consumatore). Nel marzo 2007 la rivista scientifica The Lancet pubblica uno studio che evidenzia minore pericolosità della marijuana rispetto ad alcool, nicotina o benzodiazepine. Tuttavia in alcune nazioni, principalmente in Gran Bretagna, sono comparse alcune varietà con una concentrazione di THC superiore alla media che possono portare, in soggetti predisposti, alla comparsa sempre più frequente, tra gli effetti collaterali, di uno stato simile all'ubriachezza con tutti gli svantaggi sensoriali e mentali che esso comporta. Attualmente si stanno conducendo studi sugli effetti dell'esposizione prenatale alla marijuana, che pur escludendo l'aumento di patologie perinatali (parto prematuro, basso peso alla nascita) hanno riscontrato effetti sullo sviluppo delle cellule del sistema nervoso nella corteccia prefrontale e nell'ippocampo. Clinicamente questi bambini presentano deficit dell'apprendimento, problemi della socializzazione e turbe comportamentali (simili, nei casi più gravi, alla sindrome alcolica fetale), che compaiono in età scolare.Tuttavia, altri studi avrebbero evidenziato che l'esposizione moderata ai cannabinoidi della marijuana durante la gravidanza diminuirebbero della metà il rischio di morte alla nascita
USI
La canapa indiana è usata per contrastare la diminuzione dell'appetito nei pazienti affetti da AIDS e da cancro e per diminuire la nausea derivata dai trattamenti chemioterapici e dalle irradiazioni. Inoltre causa un effetto positivo sui soggetti affetti da dolori cronici, da sclerosi multipla (diminuzione del rigore muscolare) e sulla sindrome di Tourette.
Le applicazioni possibili accertate e le conseguenti sperimentazioni hanno per oggetto:
- Inappetenza da farmaci chemioterapici. Efficacia provata dalla pratica medica dì routine; centinaia di migliaia dì dosi di THC sintetico (Marinol) sono state prescritte ogni anno dagli oncologi USA anche se non sembra avere gli stessi effetti della marijuana assunta nel suo stato naturale (fumato o ingerito) poiché il Δ9-tetraidrocannabinolo è solo uno dei 460 composti chimici presenti nella cannabis.
- Epilessia. In sostituzione di farmaci anticonvulsivi, che hanno gravi effetti secondari anche sull'umore. Efficacia provata in qualche caso
- Sclerosi multipla. In sostituzione di farmaci tranquillanti ad alte dosi, con rischi di letargia e dipendenza fisica. Efficacia sperimentata in molti casi. Non è comunque il farmaco di elezione per gli spasmi; solo in pochi casi si è evidenziato un miglioramento secondo la scala di AshWorth.
- Anoressia. Forte stimolante dell'appetito.
- Glaucoma.La marijuana diminuisce la pressione interna dell'occhio del 25-30% in media, a volte fino al 50%. Alcuni cannabinoidi non psicotropi, e in misura minore, anche alcuni costituenti non-cannabinoidi della canapa diminuiscono la pressione endo-oculare.
- Asma. la marijuana ha capacità broncodilatatorie, per evitare il danno da fumo, si utilizzano particolarmente in questi casi i vaporizzatori.
- Stafilococco aureo. I principi attivi utilizzati sono risultati efficaci anche contro ceppi resistenti alla meticillina.
- Cancro. Donald Tashkin, della University of California, ha recentemente svolto una ricerca che dimostrerebbe la minore incidenza di cancro ai polmoni in soggetti che assumono abitualmente cannabis rispetto a quella riscontrata in soggetti non fumatori. Robert Malamede, dell'Università di Colorado Springs, sostiene che la marijuana, già impiegata come antiemetico, sarebbe persino in grado di uccidere le cellule cancerogene. Ad ogni modo le posizioni non sono convergenti.
In Olanda, in Spagna, in Canada e in undici stati degli USA l'uso della cannabis a scopo medico è già consentito, in altri paesi europei ed extraeuropei l'argomento è al centro di accesi dibattiti sia sul piano scientifico che su quello etico. Principale studioso e promotore dell'uso terapeutico della Cannabis e della sua decriminalizzazione è il Professor Lester Grinspoon, psichiatra e professore emerito dell'Università di Harvard. In Italia,approfonditi studi in materia sono stati effettuati dal neuropsichiatra prof. Gian Luigi Gessa e dal dott. Giancarlo Arnao.
STATI CHE LEGALIZZA
- Argentina: legale per uso privato.
- Australia: illegale.
- Belgio: illegale (ma il governo belga ha iniziato un programma di ricerca volto a stabilirne l'efficacia medica).
- Brasile: illegale ma depenalizzato (in caso di possesso di quantità inferiore a 20 grammi).
- Camerun: illegale la coltivazione della cannabis sativa, chi affetto da cancro o AIDS può farne uso come antidolorifico.
- Canada: illegale, legale per uso terapeutico (in un processo una corte ha giudicato il regolamento per l'uso medico della marijuana incostituzionale in quanto "non permette ai cittadini seriamente malati di utilizzare marijuana in quanto non vi sono fonti di approvvigionamento legali del farmaco").
- Francia: illegale. Per il consumatore sono previste pene fino a un anno di carcere, ma il Ministero della giustizia (a cui sono subordinati i magistrati del pubblico ministero) raccomanda di non avviare procedimenti penali contro consumatori occasionali, ma se li coglie in flagrante la polizia interviene a fini dissuasivi.
- Germania: uso legale, possesso di modiche quantità (entro i 10 grammi) non perseguito.
- Giamaica: formalmente illegale, ma in realtà ampiamente tollerata, dato che è consumata dal 70% della popolazione. Rappresenta una componente importante della religione più diffusa in Giamaica, il Rastafarianesimo.
- Giappone: illegali tutti i preparati contenenti THC dal 1948, a seguito di una legge introdotta dalle forze di occupazione statunitensi alla fine della seconda guerra mondiale.
- Israele: illegale, l'uso medico è autorizzato solo dal ministero della sanità che valuta ogni singolo caso.
- Italia: illegale, inserita nelle stesse tabelle di eroina e cocaina. La legislazione attualmente vigente (Decreto Fini-Giovanardi sulle Olimpiadi invernali) fissa limiti quantitativi di principio attivo contenuto entro i quali si commette un illecito amministrativo comportante le relative sanzioni (convocazione dal prefetto che può concludere il procedimento con un formale invito a non fare più uso della sostanza, sospensione della patente di guida, del documento d'identità valido per l'espatrio, del porto d'armi o del permesso di soggiorno per motivi di turismo, ovvero divieto di conseguire tali autorizzazioni) e superati i quali da parte delle forze dell'ordine viene ipotizzato il reato di spaccio (che però deve essere provato a prescindere dalla quantità detenuta). Reato punito con 1-6 anni di reclusione per cd. fatti di lieve entità (art. 73/5 DPR 309/1990) e 6-20 anni di reclusione per gli altri casi (art. 73/1bis DPR 309/1990). La giurisprudenza sino al 2008 era ondivaga, riconoscendo talvolta la non punibilità della coltivazione cosiddetta domestica a seguito della sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione del 24 aprile - 10 luglio 2008, n. 286 è ora sempre reato qualunque forma di coltivazione delle piante stupefacenti anche se in piccolissima scala, salva peraltro la offensività in concreto della condotta: solo in caso di mancanza di principio attivo nelle piante non si configura il reato. È teoricamente consentito l'uso terapeutico di preparati medicinali a base di marijuana debitamente prescritti secondo le necessità di cura Una cassazione del 28 giugno 2011 sentenza 25674, consente però la coltivazione di un'unica piantina di cannabis nel proprio terrazzo, giardino, dato che non supera una certa quantità di principio attivo contenuto in essa. Questo bocciando il ricorso della procura di Catanzaro, che chiedeva la condanna di un ragazzo di 23 anni, per avere coltivato sul balcone di casa una piantina di canapa contenente principio attivo pari a 16 mg.
- Il 02/05/2012, il consiglio regionale della Toscana ha approvato la legge che autorizza l’utilizzo della cannabis a scopo terapeutico.
- Lussemburgo: legali possesso ed uso per scopi medici, purché il consumatore sia adulto e non coinvolga minorenni.
- Nuova Zelanda: illegale (il ministero della sanità ha affermato che un uso medico non è da escludersi, ma sono necessari ulteriori studi ed un metodo per una corretta regolazione). Il comitato per la sanità del parlamento neozelandese raccomanda un alleggerimento delle leggi sulla cannabis e la messa a disposizione di medicine a base di cannabis
- Paesi Bassi: legale, secondo normativa precisa; vedi la voce "Politica dei Paesi Bassi in materia di stupefacenti".
- Portogallo: legale il possesso dal 2001, la compravendita è un reato.
- Regno Unito: illegale (nel 1998 la Camera dei Lord ha raccomandato che la cannabis venisse resa disponibile per uso medico tramite prescrizione. Dopo alcuni test clinici il governo non ha accettato la raccomandazione). Recentemente è stato depenalizzato l'uso personale domestico.
- Repubblica Ceca: è legale possedere fino a 15 grammi di marijuana, è anche legale coltivare questa specie vegetale per uso personale. È vietata la vendita.
- Spagna: legale, in luoghi autorizzati.
- Stati Uniti: illegale l'uso a livello federale per qualsiasi ragione, tuttavia 11 stati ed il Distretto della Columbia hanno approvato normative che contemplano l'esenzione dal divieto per uso medico.
- Svizzera: illegali possesso e coltivazione (esperimenti di legalizzazione sono stati condotti in alcuni cantoni). La Svizzera ha votato un'iniziativa popolare per depenalizzare l'uso della canapa il 30 novembre 2008 ma è stata respinta dagli elettori svizzeri con il 63,2% di voti contrari
dal 1 gennaio 2012 è consentito coltivare nella propria abitazione fino ad un numero massimo di 4 piante per persona