Viaggio nella più grande banca del seme al mondo che esporta cromosomi vichinghi in 60 paesi
AARHUS, DANIMARCA - Non c'è solo la fecondazione in vitro, che due giorni fa ha regalato a Robert Edwards il premio Nobel e il palcoscenico mondiale. Una notte d'inverno del 1981, Ole Schou – un ignoto ventisettenne danese – fa un sogno surreale: un fiume impetuoso, un enorme gorgo bluastro che si avvita su se stesso. Il fatto curioso, è che quel torrente non è composto di molecole d'acqua, ma di spermatozoi.
Poco tempo dopo, nel leggere un libro sulla criogenizzazione – il congelamento dei tessuti biologici – si imbatte di nuovo negli spermatozoi. Che a quel punto diventano la missione, forse l'ossessione della sua vita. Ma anche la sua realizzazione: negli ultimi vent'anni, Ole Schou ha fatto nascere 16.580 bambini.
Il successo della Cryos, che esporta cromosomi vichinghi in 60 paesi del mondo, ma con laboratori a Mumbai e a New York per i mercati locali, sta in una complessa ricetta.
«Vengo qui due volte la settimana», racconta Peter Andersen, 25 anni, studente «In media ricevo 40 euro, ma dipende molto dalla quantità e dalla qualità». Sul sito della Cryos, dove le clienti possono scegliere il donatore in base alle inclinazioni artistiche, il colore dei capelli o alla sua foto da bambino, Andersen dice di essere classificato come Mot25: venticinque milioni di spermatozoi per millilitro, con buona motilità. Nel catalogo (accessibile da tutti sul web) si va da Mot5 a Mot50+, «che è la qualità massima, con le maggiori probabilità di successo», spiega Schou.
Ma se qui a Aarhus, seconda città della Danimarca, un bel numero di giovanotti si procura l'argent de poche trascorrendo qualche minuto in una stanzetta equipaggiata con Dvd e giornaletti, non è solo grazie alle intuizioni oniriche di Ole Schou. È grazie all'anonimato garantito per legge. «No, non mi chiedo mai quanti figli ho – risponde Andersen – perché tanto non lo saprò mai».