TEMPESTA SOLARE 2012

29.05.2012 19:00

 

Una tempesta solare (detta anche tempesta geomagnetica) è un disturbo della magnetosfera terrestre, di carattere temporaneo, causato dall'attività solare. Durante una tempesta solare il Sole produce forti emissioni di materia dalla sua corona che generano un forte vento solare, le cui particelle ad alta energia vanno ad impattare il campo magnetico terrestre dalle 24 alle 36 ore successive all'emissione di massa coronale.Ciò accade soltanto qualora le particelle del vento solare viaggino in direzione della Terra. La pressione del vento solare cambia in funzione dell'attività solare e tali cambiamenti modificano le correnti elettriche presenti nella ionosfera. Le tempeste magnetiche generalmente durano dalle 24 alle 48 ore, anche se alcune possono durare per diversi giorni.Nel 1989, una tempesta elettromagnetica si verificò sui cieli del Québec, causando un'aurora boreale visibile fino in TexasIl vento solare rilascia intense particelle ad alta energia che possono generare delle radiazioni dannose per gli esseri umani, allo stesso modo delle radiazioni nucleari a bassa energia. L'atmosfera e la magnetosfera terrestri agiscono fornendo una adeguata protezione a livello del suolo, ma gli astronauti nello spazio sono soggetti a dosi potenzialmente letali di radiazioni ionizzanti. La penetrazione di particelle ad alta energia nelle cellule può causare il danneggiamento cromosomico, il cancro ed altri problemi di salute. Alte dosi potrebbero essere fatali.I protoni solari con energia superiore ai 30 MeV sono particolarmente pericolosi. Nel mese di ottobre del 1989, il Sole produsse particelle tanto energetiche da poter causare la morte di un astronauta che si fosse trovato sulla Luna con la sola protezione della tuta spaziale.I protoni solari possono produrre problemi di radiazioni anche a bordo di voli di linea alle elevati altitudini. Sebbene questi rischi siano bassi, il monitoraggio delle emissioni solari consente di valutare un eventuale cambio del piano di volo.La colpa è della cosiddetta “fase attiva”, che il Sole attraversa ogni 11 anni: durante questo particolare periodo, la nostra stella può generare tempeste magnetiche più o meno potenti, capaci, a seconda della minore o maggior intensità, di mettere fuori uso i satelliti, di minacciare la sicurezza degli astronauti o addirittura, in casi eccezionali come quello previsto per il 2012, di distruggere i sistemi di telecomunicazione e quelli di distribuzione dell’energia. Quando uno di questi sistemi salta, le conseguenze a cascata sono rapide e gravi: “L’impatto della tempesta potrebbe ricadere su strutture interconnesse, con effetti devastanti: la distribuzione dell’acqua potabile in tilt in poche ore, cibi e medicine deperibili persi nel giro di 12-24 ore, interruzione immediata o potenziale del riscaldamento o del condizionamento dell’aria, dello smaltimento delle acque nere, dei servizi telefonici, dei trasporti, dei rifornimenti di carburante e così via prevede la Nasa.

Una tempesta …solare


8 marzo 2012: tempesta geomagnetica, ovvero una corrente generata da un’eruzione sul suolo solare che può generare delle radiazioni più o meno forti, a seconda dell’intensità dell’eruzione sulla superficie solare. Solo poche particelle hanno oltrepassato il campo magnetico terrestre, creando qualche disagio nelle rotte aeree passanti per il Polo Nord e qualche disagio nelle comunicazioni nelle zone vicine. Ma perché nella sezione “media e tecnologia” parliamo di una tempesta geomagnetica? Perché la cosa ci può aiutare a riflettere sull’uso che ciascuno di noi fa della tecnologia nell’ambito della comunicazione. I social networks, gli i-phone ed internet non sono più delle novità tecnologiche, ma sono delle realtà ormai consolidate.Una tempesta più potente potrebbe mettere ko i satelliti che consentono ai nostri cellulari e reti internet di funzionare. Ci potremmo trovare per un periodo di tempo indeterminato (pochi minuti? Poche ore? Qualche giorno? Chi lo sa…) senza questi frutti del progresso tecnologico: allora si scoprirebbero le carte. Niente più cellulari, niente più Facebook o Twitter, e non si saprebbe per quanto. E se domani dovesse accadere, cosa faresti?

Tempesta solare in arrivo

Visibile a occhio nudo la macchia solare AR 1476 che sta causando blackout alle comunicazioni radio. Le eruzioni solari potrebbero diventare di classe X

Un vero e proprio mostro, come definita dagli esperti della Nasa: si tratta della grande macchia solare AR 1476 che in queste ore sta registrando una serie di eruzioni solari di media entità (classe M).

Le eruzioni solari sono la causa dei blackout delle comunicazioni radio che in questo momento sta sortendo effetti soprattutto sulle regioni polari: l’ultima eruzione solare è stata registrata lo scorso giovedì di classe M5. Nel corso dei prossimi giorni la situazione potrebbe peggiorare dato che le eruzioni potrebbero diventare di classe X causando conseguenze ben più gravi per la Terra che tra l’altro proprio in questo momento sta proprio entrando nella linea di fuoco della macchia. Secondo gli esperti della Nasa l’eruzione solare ha scagliato una vento di particelle che raggiungeranno il campo magnetico terrestre nella serata di lunedì 14 maggio.

 LUCE RIFLESSA DI VENERE SULLA LUNA

La macchia AR 1476 è enorme: individuata dal Solar Dynamics Observatory (Sdo) della Nasa, si estende per circa 160.000 chilometri ed è visibile anche a occhio nudo soprattutto durante l’alba e il tramonto. La situazione viene costantemente monitorata e la Noaa (Agenzia americana per gli oceani e l’atmosfera) ha già segnalato i primi blackout nelle comunicazioni radio rendendo noto che sale al 20% la possibilità che si verifichino delle eruzioni di classe X che potrebbero scatenare le tempeste magnetiche in grado di provocare il blackout nelle comunicazioni radio in tutto il pianeta.

Generalmente le tempeste magnetiche durano circa 24-48 ore, ma nulla esclude che potrebbero durare per più giorni. Le macchie solari sono regioni della superficie del Sole in cui si riscontra una temperatura minore (4000 gradi kelvin) rispetto alle zone circostanti (6000 gradi kelvin): in questo modo sembrano essere macchie scure rispetto al resto della superficie più luminosa.