Papa Francesco: «Chi sono io per giudicare i gay? Ma no alle lobby. Lo Ior non so se chiuderlo»

30.07.2013 15:40

 

DALL'AEREO PAPALE - Il Papa a tutto campo, si offre alle domande, le più disparate. Di nuovo nella fossa dei leoni. Per un’ora e mezzo risponde, microfono in mano, col volto un po’ stanco per la maratona brasiliana, ma raggiante, mentre l’aereo lo sta riportando in Italia.

Santità, che fine farà lo Ior, lo chiuderà? «Io non so come finirà questa storia. Alcuni dicono che forse è meglio che sia una banca, altri che sia un fondo di aiuti, altri dicono sia meglio chiuderlo, ma si sentono queste voci. Io non so. Io mi fido delle persone dello Ior che stanno lavorando a questo, e della commissione dei cardinali. Il presidente dello Ior rimane, invece il direttore e il vice hanno dato dimissioni. Ma io non so bene dire come finirà questa storia, e questo anche perché, e questo è il bello, siamo umani, dobbiamo trovare il mezzo. Per studiare le caratteristiche dello Ior: che sia banca o fondo di aiuti, trasparenza e onestà, deve essere cosi».

Esistono le lobby gay e lei è preoccupato? Sostituirà il Prelato dello Ior? Il Papa inizia l’argomento difendendo monsignor Ricca, uno dei suoi collaboratori più stretti, finito in una storia di ricatti.«Quello che ho fatto con monsignor Ricca, è quello che il diritto canonico domanda di fare, che è una investigatio previa, e da questa investigatio risulta che non c’è niente di quello che lo accusano, non abbiamo trovato niente. Questa è la risposta. Ma io vorrei aggiungere un’altra cosa. Io vedo che tante volte nella Chiesa, al di fuori di questo caso, e anche in questo caso, si vanno a cercare i peccati di gioventù, per esempio, e questo si pubblica. Non delitti eh? Gli abusi sui minori sono un’altra cosa, quelli sono delitti e non peccati. Ma se una persona laica, prete o suora, commette un peccato e poi si converte il Signore perdona e quando il Signore perdona, dimentica, e quello per la nostra vita e importante, e quando noi andiamo a confessarci, il Signore dimentica e noi non abbiamo diritto di non dimenticare i peccati altrui. Altrimenti il pericolo poi è che il Signore non si dimentichi dei vostri peccati. Tante volte penso a san Pietro che ha commesso uno dei peccati peggiori, rinnegare Cristo ma dopo questo peccato lo hanno fatto Papa».

Lobby gay e gay, le lobby vanno condannate gli omosessuali invece non vanno discriminati . «Io ancora non ho trovato nessuno che mi dia la carta di identità in Vaticano dei gay,dicono che ce ne sono, credo che qualcuno si trovi. Ma bisogna distinguere tra una persona così e il fatto che esistono delle lobby. Le lobby non sono buone. Se una persona gay e cerca il Signore e ha buona volontà chi sono io per giudicarla? Il catechismo della chiesa cattolica dice che non si devono discriminare queste persone per questo. Il problema non è avere questa tendenza. Sono fratelli. In questo caso il problema è fare lobby, lobby di persone con questa tendenza, ma potrebbero essere lobby di avari, di massoni».

Il caso Scarano. «Abbiamo un monsignore in galera, sta ancora in galera. Ma non è andato in galera perchè somigliava alla beata Imelda, non è andato in galera per questo».

L’amicizia con Ratzinger. «Lui e un uomo di una prudenza. Per me e come avere il nonno a casa, il mio papa. Se ho una difficoltà lo chiamo. Sono andato anche per parlare del problema grosso di Vatileaks».

Auto blindate vade retro. «Abbiamo avuto in Brasile problemi con le ipotesi di sicurezza: la sicurezza di qua e la sicurezza di là, ma non c’è stato un incidente in tutta Rio, era tutto spontaneo; con meno sicurezza, io ho potuto stare con la gente, abbracciarla, salutarla, senza macchine blindate; la sicurezza è fidarsi di un popolo, dicono che c’e sempre il pericolo che ci sia un pazzo, ma come: se c’e un pazzo che fa qualcosa, che anche Dio. Fare uno spazio per il “blindaggio”, tra il vescovo e il popolo e una pazzia e io preferisco questa pazzia. Correre il rischio della pazzia. La vicinanza fa bene a tutti».

Apertura ai divorziati risposati. «Uno dei temi che voglio affrontare con il consiglio dei cardinali, ci riuniremo a ottobre, è proprio questo. Siamo in cammino per una pastorale matrimoniale profonda».

Vatileaks. «Non mi sono spaventato, mai. E’ problema grosso eh? Ma non mi sono spaventato».

Wojtyla santo, la data è ancora per aria. «Il problema è per i pellegrini poveri che vengono in bus e a dicembre in Polonia le strade sono piene di ghiaccio e credo che si debba ripensare la data. Io ho parlato con Dziwisz e lui ha suggerito due possibilità: o Cristo Re (l’ultima domenica di novembre, 27) o la domenica della Misericordia il prossimo anno. Il Concistoro è a fine settembre e forse non vi è il tempo necessario, ma devo parlare prima con il cardinale Amato».

Chissà se nella vecchia e sformata borsa nera di papa Francesco hanno mai trovato posto le «Memorie di Adriano» di Marguerite Yourcenar. Eppure il «Papa delle periferie» ha tanti punti di contatto con l’imperatore romano che fu un grande riformatore della pubblica amministrazione della Roma del II secolo d.C. ma trascorse anche gran parte del ventennio del suo regno nelle province dell’impero.

Per salvare Roma dalla decadenza Adriano (quello storico e quello che si racconta nella lunga, meravigliosa lettera a Marco Aurelio, uscita dalla penna della Yourcenar) parte dalle periferie dell’impero, non per fare campagne di conquista, ma per consolidare pacificamente i confini. Il messaggio di Adriano è chiaro: per comprendere il centro, occorre  partire dalla periferia. Quindi, essere aperti all’altro, capaci di accogliere, senza giudicare. Non a caso Adriano è stato tra i pochi imperatori a morire di morte naturale e non per mano di congiurati.

Ed è il messaggio di Bergoglio che afferma «se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla? Il Catechismo della Chiesa cattolica insegna che le persone gay non si devono discriminare, ma si devono accogliere»: al primo posto dunque l’accoglienza, tanto per gli omosessuali quanto per i divorziati. Come per dire: se dobbiamo riformare la Chiesa partiamo da quelli che sono seduti nei banchi in fondo.

La dottrina però non cambia: la Chiesa non condanna l’orientamento sessuale, ma i comportamenti. E su questo punto è difficile immaginare una modifica della rotta. Mentre sui divorziati risposati anche le novità dottrinali potrebbero arrivare.

Coloro verso i quali il Papa non sembra voler usare misericordia sono i «lobbisti della Chiesa», al di là del fatto che siano gay, finanzieri, politici o monsignori. Il pontefice venuto dalla fine del mondo vuole liberare il Vaticano dalle filiere del potere che lo hanno avviluppato come una tela di ragno. E che sono fonte di ricatti e di pressioni.

Questa è la «morale” della vicenda Vatileaks, sembra dire il Papa dopo aver letto le carte ed averne discusso a lungo con Benedetto XVI. Ancora una volta come Adriano, che con la sua riforma creò le premesse per la formazione di una solida macchina amministrativa dell’impero romano, capace di essere autorevole e indipendente dai capricci delle oligarchie.

Bergoglio afferma di non temere nessuno e qui forse tradisce quel «senso di superiorità» tipico degli argentini. Ma, all’opposto, chi è che oggi teme di più Bergoglio? Non solo il «sottobosco» curiale che vede tramontare l’epoca dei suoi privilegi. Oggi comincia a temerlo anche la comunità internazionale. Francesco si propone non solo come un Papa riformatore, ma anche come un leader internazionale.

Terminate le riforme interne, ridata credibilità e seguito alla Chiesa, garantita la trasparenza delle finanze, è facile prevedere che Bergoglio comincerà a dettare la sua agenda anche «ad extra», fuori dalle mura del Vaticano. Oggi non lo dice, perché sarebbe intempestivo, ma arriverà un giorno in cui, a nome dei poveri del mondo, chiederà la riduzione del debito internazionale che strozza la crescita dei Paesi in via di sviluppo. Come reagiranno allora i «veri poteri» del mondo: la Banca mondiale, il Fondo monetario, le potenze che reggono i fili della politica internazionale?

Qualcuno lo ha già intuito e per questo Bergoglio è diventato un sorvegliato speciale, non solo da parte della Curia romana ma anche della comunità internazionale.