LUDWING
20.10.2013 20:19
Marco Furlan (Padova, 16 gennaio 1960) e Wolfgang Abel (Düsseldorf, 25 marzo 1959) sono due serial killer che commisero omicidi nel nord-est dell'Italia, in Germania e in Olanda tra il 25 agosto 1977 e il 7 gennaio 1984 rivendicando i propri crimini con volantini neonazisti firmati con la sigla Ludwig.
L'aspetto che maggiormente colpì l'opinione pubblica al momento dell'arresto dei membri del gruppo "Ludwig" fu l'origine sociale di Furlan e Abel, figli dell'alta borghesia di Verona e provenienti dal quartiere di Borgo Trento, uno dei più prestigiosi del capoluogo scaligero.
Marco Furlan era figlio del primario del centro ustionati dell'Ospedale Civile Maggiore di Verona - sintomatico il fatto che molte delle vittime di "Ludwig" furono arse vive - ed al momento dell'arresto risultava in procinto di laurearsi in fisica presso l'Università di Padova.
Wolfgang Abel era figlio di un consigliere delegato di una compagnia assicurativa tedesca e viveva a Negrar, in provincia di Verona, pur avendo abitato a Monaco di Baviera. Aveva preso una laurea in matematica a pieni voti e lavorava col padre nella medesima compagnia assicurativa.
I due erano parte di un gruppo di giovani che, all'epoca, erano soliti incontrarsi nella piazza Vittorio Veneto di Borgo Trento. Condividevano l'idea di ripulire il mondo da barboni, omosessuali, tossicodipendenti, preti con l'unica colpa di aver commesso peccati in gioventù, e da discoteche e cinema a luci rosse.
Il primo omicidio compiuto dai due risale al 25 agosto 1977 quando il senzatetto Guerrino Spinello venne bruciato nella sua Fiat 126 a Verona. Il 17 dicembre 1978, più di un anno dopo dal primo omicidio venne ucciso il cameriere Luciano Stefanato, omosessuale, ucciso con più di 30 coltellate e ritrovato con ancora le 2 lame conficcate nella schiena, a Padova. Quasi un anno dopo, il 12 dicembre 1979, a Venezia, venne ucciso con una trentina di coltellate il tossicodipendente ventiduenne Claudio Costa.
La coppia di assassini seriali uccise poi nel 1980 l'ex prostituta Alice Maria Baretta a Vicenza a colpi di ascia e di martello. Il 25 novembre dello stesso anno i due rivendicarono per la prima volta questi delitti col nome di Ludwig, inviando una lettera a Il Gazzettino. Furono anche accusati di avere dato alle fiamme, il 25 maggio 1981, la torretta di Porta San Giorgio a Verona, una piccola struttura abbandonata facente parte delle vecchie fortificazioni austriache, divenuta ricovero per sbandati e senza casa. Nell'incendio morì il diciassettenne Luca Martinotti, che stava trascorrendo la notte lì con un altro amico, rimasto gravemente ferito. Per questo delitto furono assolti. Risulta la lettera di rivendicazione del rogo a La Repubblica:
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