I Catari a Montsegur

Le rovine di Montsegur in cima alla collina rocciosa si ergono silenziose,Pietre assolate, mute testimoni di un'antica tragedia. Otto secoli fa, dopo un epico assedio durato quasi un anno, il disperato canto dell'eresia catara si spense insieme alle braci del rogo dei suoi ultimi fedeli. Era il 16 marzo 1244. Al “Campo dei Cremati” si concludono decenni di stragi e devastazioni, perpetrati dai cosiddetti “crociati”, che riuscirono a trasformare il paese più evoluto e felice d'Europa, la Linguadoca, la terra dei trovatori, in una landa desolata e carbonizzata.
un prezzo altissimo, pagato per restaurare l'ortodossia cattolica minata dalle predicazioni dei “Boni Christiani” albigesi, che si erano diffusi in tutti gli strati della società. Ma la notte prima di quella data fatidica, quattro “perfetti” (membri della chiesa catara) furono incaricati di una missione di straordinaria importanza: mettere in salvo un oggetto, un segreto, un indefinito “qualcosa”, su cui i crociati non avrebbero mai dovuto mettere le mani. Così, a rischio della vita, approfittando della scarsa attenzione degli assedianti, si calarono dalla parete rocciosa e fuggirono.
Cosa custodivano i quattro sopravvissuti? Un oggetto sacro, una reliquia, forse il misterioso “Graal”? O forse un segreto in grado di scuotere la Chiesa di Roma dalle fondamenta, se resa noto?
E dove erano diretti i custodi in fuga da Montsegur?
Migliaia di pagine sono state scritte sull'argomento, sono fiorite le ipotesi e le congetture, decine di località in Francia sono state candidate a “nascondiglio” del Segreto e del “Tesoro” dei Catari.. che, in ogni caso, ancora non si fa trovare..
Ma forse bisogna guardare al di là delle Alpi....
Il segreto dei Catari portato sul Garda?
La maggior parte delle persone crede che con Montsegur finisca la tragica epopea dei Catari...
In realtà, per altri trent'anni, gli eretici avrebbero trovato rifugio e avrebbero prosperato sulle accoglienti e tolleranti rive di un lago italiano, il Garda, protetti dalle mura della loro ultima, fatale roccaforte: Sirmione.
Da oltre un secolo il catarismo si era diffuso con facilità, sul Garda e in tutta la Lombardia, approfittando dell'aspra lotta per il potere di guelfi e ghibellini.
Questi ultimi si erano sempre mostrati alquanto tolleranti nei confronti dei movimenti ereticali, considerati spine nel fianco del Papa e dei suoi sostenitori, a vantaggio della causa imperiale.
Il lago poi, era di fondamentale importanza per la sussistenza alimentare dei Catari. era loro interdetto di nutrirsi di qualsiasi cibo che fosse originato da attività riproduttiva, come la carne, le uova, il latte etc. Ma nel medioevo non si conosceva ancora la modalità di riproduzione dei pesci, non erano considerati frutto di coito e quindi erano perfettamente edibili per i Catari, che ne facevano grande consumo.
Essendo poi il principale alimento di tutte le popolazioni rivierasche, permetteva loro di passare inosservati, senza doverselo procacciare al mercato.
Tracce catare a Desenzano...
A Desenzano esisteva addirittura una Chiesa con oltre cinquecento “perfecti”, tra le principali in Italia e in Europa. Vi si praticava la dottrina del “dualismo assoluto”, portata da Niceta dalla lontana Dragovitza, in Bulgaria.
A Desenzano predicava il vescovo Giovanni da Lugio, auto del “Liber de duobus principiis”, massimo teologo del catarismo, l'unico in grado di tener testa dottrinalmente ai “colleghi” cattolici.
Antica chiesetta dei morti, una leggenda orale dice
che alcuni catari siano sepolti qui sotto
Duomo dedicato alla Maddalena sorto su una chiesa
più antica sempre dedicata alla Santa
...e a Sirmione
Nella vicina Sirmione la situazione era differente. La penisola lacustre era diventata l'estremo rifugio per tutti i catari perseguitati, senza distinzioni liturgiche e dottrinali.
Lì aveva trovato sede la gerarchia ecclesiastica albigese in esilio. Lì continuava le sue predicazioni il vescovo primate di Tolosa, Bernardo Oliva.
Gli esuli, a centinaia, si erano probabilmente acquartierati tra le rovine di quella che fu la villa del poeta Catullo, vivendo in pace coi cittadini sirmionesi.
E dall'Occitania continuavano a giungere pellegrini e credenti, affrontando un viaggio lungo e periglioso, per ottenere dai loro vescovi il consolamentum, il “battesimo di fuoco” impartito tramite imposizione delle mani, che avrebbe permesso loro di diventare parte integrante della Chiesa e ottenere la salvezza. Sirmione era diventata l'ultima speranza per la fede catara.
Si era così creato uno stretto legame tra le terre devastate dalla crociata nella Francia meridionale e la cittadina gardesana. Un legame di fondamentale importanza.
Ancor ancor prima della caduta di Montsegur, le cronache documentano che ben due messaggeri, Raimond de Niort nell'ottobre 1243 e Joan Rey nel gennaio 1244 recarono clandestinamente alla comunità assediata misteriosi dispacci e missive provenienti dall'Italia e da Cremona (dove poi il vescovo tolosano troverà momentaneo asilo prima di giungere sul Garda).
Potrebbe quindi essere lecito supporre che la destinazione finale dei quattro fuggitivi di Montsegur e del segreto che custodivano poteva tranquillamente essere l'Italia, lontana dalle fiamme della Linguadoca.
Non potevano sapere che trent'anni dopo la mano dell'inquisizione sarebbe giunta anche lì.
Con la fine delle pretese imperiali sull'Italia e la vittoria del partito guelfo, la situazione per gli eretici cambiò...
Il signore di Verona, Mastino della Scala, desideroso di una riconciliazione col Papa per poter rafforzare il proprio potere, decise di accontantarlo debellando il covo di eretici sul lago.
Insieme al vescovo ex inquisitore, Fra Temidio Spongati, scatenarono una piccola crociata contro Sirmione, che non potendo tener testa alla potenza degli Scaligeri, capitolò. Era il novembre del 1276. Furono arrestati ben 166 tra vescovi e perfetti. Altri furono individuati più tardi. Tradotti con la forza a Verona, cominciò per essi un processo iniquo, che si sarebbe concluso nella maniera più tragica.
Il 13 febbraio del 1278, nell'Arena della città, gli ultimi catari e le speranze del loro movimento furono arrostiti vivi in un immane rogo, a centinaia. Uno degli episodi più foschi e cruenti della storia italiana ed europea, anche se purtroppo molto meno conosciuto della tragedia di Montsegur.
Quasi dimenticati dalla storia.. Ma c'è la possibilità che nel loro passaggio sul Garda abbiano lasciato “qualcosa”...
Il grande “Segreto” dei Catari potrebbe quindi essere celato proprio qui, tra Sirmione e Desenzano, vere proprie oasi e rifugi sicuri per gli eretici. Sepolto, nascosto... forse sotto qualche antica fondamenta, nel sottosuolo, oppure tra le rovine romane che ospitarono i profughi. Forse la ricerca andrebbe davvero spostata dai picchi dei Pirenei e della Linguadoca alle rive del Garda...