FERDINAND GAMPER

20.08.2013 14:54

Ferdinand Gamper soprannominato il Mostro di Merano (Merano12 settembre 1957 – Rifiano8 marzo 1996) è stato uncriminale e assassino seriale italianoaltoatesino di lingua tedesca, responsabile dell'assassinio di 6 persone.Nato a Merano in una famiglia di pastori agricoli, visse un'infanzia ed un'adolescenza caratterizzate dalla povertà e dal lavoro precoce nei campi.

Molti lo descrivevano come una persona schiva e timida, con la tendenza all'isolamento, altri invece come una persona con problemi psichici. Da bambino subì abusi sessuali dal padre e forse per questo era incapace di avere un normale approccio nei confronti delle donne. Passò molti anni in Svizzera lavorando come pastore, poi tornò in patria, trovando impiego in un fienile a Rifiano.

Aveva precedenti penali per oltraggio, resistenza a pubblico ufficiale e ubriachezza.

Sin da giovane cominciò a maturare sentimenti anti-italiani, tanto che aderì al gruppo terrorista di stampo secessionista Ein Tirol, che rivendicava il passaggio dell'Alto Adige all'Austria. Per altro Gamper non conosceva neppure la lingua italiana.

Due eventi segnarono la sua psiche già molto disturbata: il suicidio del fratello minore Richard nel 1989, sparatosi un colpo di pistola alla testa, pare per motivi sentimentali; poi la morte del padre.

 primo omicidio avvenne l'8 febbraio 1996, a Merano, dove vennero uccisi con un colpo di pistola alla nuca Hans-Otto Detmering, un funzionario della Deutsche Bundesbank di 61 anni, e la sua amante Clorinda Cecchetti, un'impiegata marchigiana di 50, mentre passeggiavano lungo il torrente Passirio. Inizialmente si era pensato ad un movente di tipo economico-patrimoniale, legato ad una faccenda privata del banchiere tedesco. Fu seguita anche la pista passionale, che vide la moglie di Detmering come indiziata, senza riscontro.

Il 14 febbraio, nella frazione meranese di Sinigo, venne ucciso Umberto Marchioro, un contadino di 58 anni, con un colpo di pistola alla testa, vicino a casa sua. L'arma con la quale il contadino era stato ucciso era la stessa con la quale sei giorni prima erano stati uccisi i due amanti, uguali erano anche le modalità dell'assassinio. Visti tali indizi l'autorità investigativa cominciò a formulare l'ipotesi che dietro i tre omicidi ci fosse la mano di un serial killer. Qualche giorno dopo venne arrestato Luca Nobile, un giovane imbianchino tossicodipendente, con l'accusa di essere l'autore dei tre omicidi.

Il 27 febbraio, nel centro di Merano, venne ucciso Paolo Vecchiolini, un ragioniere di 36 anni, mentre passeggiava con la sua ragazza. La modalità fu sempre la stessa, ossia un colpo di pistola alla testa e sempre con la stessa arma, una calibro 22. Nonostante fosse terrorizzata dall'accaduto, la fidanzata della vittima riuscì a fornire agli inquirenti unidentikit dettagliato: uomo alto, biondo, in tuta e zaino. Questo nuovo omicidio spinse gli investigatori a riprendere la pista dell'omicidio seriale, scagionando il Nobile.Ciononostante il giovane imbianchino non venne subito scarcerato.

Nella mattinata del 1º marzo avvenne un altro omicidio a Rifiano. La vittima stavolta fu Tullio Melchiorri, un muratore di 58 anni, vicino di casa del killer altoatesino, ucciso con un colpo di pistola alla fronte. Dopo una serie di testimonianze e di segnalazioni, gli inquirenti riuscirono a farsi un'idea sull'identità del serial killer, che si trovava proprio in quella zona.

Vicino al corpo del Melchiorri vennero trovati due foglietti con scritte, in tedesco, frasi razziste e deliranti: "Italiano maiale, ti sei insediato nel Sud Tirolo" e "Io sono un italiano emigrato, o nazi. Sono responsabile solo dell'infanticidio. Anche questa volta siete arrivati in ritardo", rivolto ai carabinieri che arrivarono subito dopo sul posto. Gamper si diede alla fuga e si rifugiò nel suo maso. Il maresciallo Guerrino Botte di San Genesio cercò di avvicinarsi al nascondiglio di Gamper, ma venne colpito in faccia da una proiettile. Intervennero la Criminalpol e la polizia e scoppiò una sparatoria. Il maresciallo gravemente ferito poté essere trasportato all'ospedale di Bolzano, dove morì poco dopo

Durante l'assedio compiuto venne udito uno sparo proveniente dall'interno del maso. A questo punto avvenne l'irruzione e i militari trovano il corpo senza vita di Ferdinand Gamper. Gli agenti non ebbero dubbi che fosse il "mostro di Merano" che per giorni aveva terrorizzato la popolazione della città altoatesina, soprattutto quella di etnia italiana. La pistola con la quale Gamper si sparò alla testa risultò essere era una carabina Weihrauch calibro .22 Magnum, a cui il Gamper aveva segato la canna ed il calcio per renderla occultabile nello zainetto che era solito portare con sé e risultò essere la stessa arma con la quale erano state uccise le 6 vittime.

Dopo la morte suicida di Gamper furono fatte indagini per conoscere più a fondo la personalità del killer. All'inizio gli inquirenti credevano che gli omicidi fossero dovuti unicamente alla schizofrenia di cui il killer era afflitto. Ma tale schizofrenia non era stata diagnosticata da alcun medico, tanto che il nome di Gamper non era inserito nella lista dei malati psichici residenti nella provincia di Bolzano.

Fu preso in considerazione allora l'odio etnico e razziale. Gamper, come testimoniavano quei pochi che lo conoscevano al suo paese, odiava apertamente gli italiani e pare fosse pure misogino. Le vittime dei suoi omicidi erano in prevalenza di nazionalità italiana e di sesso maschile, tranne il Detmering, che era un cittadino tedesco, ma il killer fu ingannato dal fatto che il banchiere stava parlando in italiano con la sua amante.

La vicenda del "mostro di Merano" venne particolarmente seguita dai media soprattutto da quelli tedeschi. La stampa tedesca sosteneva fortemente che il movente dei 6 omicidi compiuti da Gamper fosse l'odio etnico. La vicenda di Ferdinand Gamper ha messo in evidenza la difficile situazione che da molti decenni fino ai giorni nostri esiste in Alto Adige per ciò che riguarda la convivenza tra i gruppi linguistici tedesco e italiano